Il casale risalente alla fine del 1700, secondo le storie dei paesani era adibito a convento, ne è una sorta di testimonianza il teschio umano che è stato rinvenuto durante i lavori di ristrutturazione. Secondo Gino Fornaciari (https://it.wikipedia.org/wiki/Gino_Fornaciari ) i punti cardinali trovati sulla calotta cranica in corrispondenza delle intersezioni ossee sarebbero serviti per studiare lo stesso cranio. Altres í , ad avvalorare la suddetta tesi lo stesso teschio avrebbe rappresentato, messo in bella mostra sulla scrivania, la caducit á della vita.

Passato di proprietá nei decenni successivi il casale è stato abitato da persone benestanti, che avevano preso a loro dimora l’ attuale casa terra, mentre la servitú di cui si servivano viveva al piano superiore, l’ attuale casa cielo: le case erano collegate da vecchie aperture poi chiuse nel tempo. Dove adesso sorgono casa pietra e casa il nido si trovavano le vecchie stalle per i buoi e le mucche. Difatti Boveglio era un possedimento della famiglia romana Elia che quivi allevava bovini da cui il nome Boveglio (Bove-Elia).

L’ economia principale faceva riferimento all’ agricoltura e il lavoro nei boschi con la raccolta delle castagne. Il periodo fiorente si è protratto per molto tempo, poi il casale e lo stesso Boveglio hanno conosciuto decenni di anonimato, fino alla fine della Seconda guerra mondiale, quando la casa venne sequestrata ed adibita a quartier generale dai nazi-fascisti data la sua peculiare posizione strategica dominante sulla valle e trovandosi sulla linea difensiva gotica (https://it.wikipedia.org/wiki/Linea_Gotica ). Rughe sempre piú profonde che la dimora si è portata dietro fino alla fine dello scorso millennio quando due intrepidi giovani con un lavoro decennale e minuzioso hanno riportato ai vecchi fasti questa bellissima proprietá .